lunedì 24 novembre 2008

io vagabonda


l'aria sa di freddo. E si, lo so che là nevica. Ma pure qui fa freddo. E saranno cinque anni (dicono) che non cade un fiocco di neve a Aix en Provence, ma visto e considerato che non dovrebbe neanche mai piovere, mi aspetto una bella nevicata alla francese. E un po' ci spero. L'aria profuma di ghiaccio, ci sono lucine ovunque (anche dentro casa, per adattarci al clima), il cappotto non basta più. Insomma: buon Natale everybody! Mi sento ancora un po' anglofona. Londra piena di gente. di underground. di colori. di passi. di noodles. di arte. Londra.
Poi si torna e rue venel si è rinnovata, ormai esplode di cose e persone... ed è bellissimo! Nuovo bagno rosso fuoco e nuovi muri sempre più nostri. il ritorno non è poi un trauma. Nessun posto è lontano se si è vicini. stringimi, stringiamoci. E così via...
è iniziata la stagione del Beaujolais. Ed è già passato un anno che lo bevevo al caldo nella cucina rossa di casa mia. Qui non so bene come funzioni, ma sembra l'evento dell'anno. Tipo il momento cult della stagione autunno-inverno. Ovunque poster: " le beaujolais est arrivé". Evviva. ma c'era anche prima, volevo dire. O almeno in casa nostra le bottiglie non mancavano. Che avanguardia.
Comunque, sto leggendo un libro che apre le porte del design, e mi sto piuttosto spaventando. C'è un capitolo che si intitola "blogs" e leggo: "i blog spesso muoiono poco dopo essere stati partoriti" il che fomenta la mia incostanza; oppure " spesso i blog interessano di più allo stesso autore che al suo pubblico", e voglio dire, non è certo incoraggiante perchè se si parte pensando che non interessa a nessuno tanto vale chiudere baracca e burattini e via. Speriamo di no, anche se in effetti il divertimento sta diventando un po' impotente, ma è direttamente proporzionale al fatto che col freddo, come i gatti, gli orsi, le talpe ecc, viene da chiudersi nelle tane e la fauna francofona si sta forse rinchiudendo tra coperte e brodi caldi, anzichè uscire. Menti surgelate necessitano climi tropicali.
Credo che per un po' non mi sposterò di qui anche perchè mi sono resa conto che il mio erasmus sta ormai andando verso la fine. in realtà il problema principale sono i limiti logistici. Ora. Quando scelsi la meta uno dei motivi fu anche la vicinanza. "600 km, vicinissimo!" ho pensato. Non è vero. il viaggio di ritorno verso l'Italia è stato più da ulisse che da persona reale. 5 treni, 15 ore di viaggio. Si comincia con una piacevole sveglia alle 6 con conseguente telefonata ai taxi durata 5 minuti perchè pareva che il mio indirizzo non esistesse. Quindi taxi, poi pullman alla stazione. Poi treno: Aix-Nizza. 3 ore. a Nizza 1 ora di attesa, poi treno Nizza-Ventimiglia. Poi 2 ore a Ventimiglia che, con tutto il rispetto, è una terra di mezzo praticamente inutile. Binario, poliziotti, biglietteria. Due ore a fare finta di telefonare per parlare almeno ipoteticamente con qualcuno. poi Nizza-Genova, che sono altre 2 ore e arrivi che fa buio e il treno dopo, ovviamente, ritarda di mezz'ora. Per cui, dopo altre 2 ore e mezza in treno arrivi a casa distrutto, pallido, sporco, dimagrito. ed è notte. normale, per 600 km, no!?

lunedì 10 novembre 2008

festa?

Dovete sapere che oggi qui è festa. Una seconda domenica. Non ne bastava una. No. Ieri-oggi-domani. Tre domeniche, un dramma! Domani poi finisce ufficialmente l'estate nel paese zingaro qui vicino e credo faranno danze e canti, a cui noi non riusciremo mai ad andare perchè saremo in ripiglio post domenicale. O post festa. anche. Si perchè compie gli anni l'amica di Olanda, oggi. Si prospetta una gran festa, oggi.
Prima di tutto qualcuno voleva organizzarle una festa a tema anni '70 ( che fa molto Mamma Mia! come siamo avanti noi Erasmus). Ma la sua risposta è stata "la festa è mia, decido io". Ho pensato che forse potrei vestirmi da Balilla, giusto per il mood despotico della ragazza. Alla fine però, giusto per contrastare qualsiasi tema o decisione o, abbiamo deciso di optare per un abbigliamento natalizio-capodannesco, con vestito di lamè d'argento, un po' fata trilly ma sicuramente ridicolo e farà schifo a tutti, per cui adatto più che mai all'occasione! Potrei in qualche modo almeno tentare di essere più simpatica, lo so.
Questi giorni si stanno destreggiando tra il nulla più totale. Una specie di bunker, rue venel. E noi ben felici di questa prigione. A momenti alterni c'è una con le cuffie nelle orecchie che canta a squarcia gola, mentre l'altra osserva basita sbattendo le ciglia. Si mangiano quantità imbarazzanti di Parmigiano Reggiano, si bevono litri di vino rosso, bottiglie di Diet Coke e i 3 depuranti litri di acqua giornalieri. Viviamo di pigiami, tute, leggings, calze, pantofole e coperte. Tra il letto e il tavolo, tra il tavolo e il letto. Circondate da libri, riviste di moda e macchine fotografiche. Assuefatte di commedie romantiche serali, che guardiamo post cena con tortino di formaggi e di verdure e vin rouge. Nessuna si lamenta. E non azzardatevi a pensare che sia anomalo come Erasmus; siamo fuori età, noi. Pure un po' più vecchie del solito ultimamente. Abbiamo una casa che profuma di rose e detersivo per il bucato... vista le media di tre lavatrici al giorno. Che non si capisce neanche come facciamo a sporcare così tanta roba visto che ce ne stiamo in letargo praticamente sempre.
Qualche giorno fa abbiamo anche fatto l'incontro con un medico francese. Ricard, Gerard... je ne sais pas.
Il fatto è stato che dolori lancinanti hanno colpito la mia amica, per cui, che si fa? Non si fa mica tanto da sole, perchè vabbè che io sono l'ipocondria con le gambe e conosco a memoria tutta l'enciclopedia medica, però non è che posso abusare di potere, ecco. Quindi cellulare alla mano sono stati rintracciati tutti i medici o pseudo tali di nostra conoscenza. In Italia, chiaramente. Liste di principo attivi e medicinali da spiattellare in faccia a farmacisti francesi che, prontamente, al momento opportuno ci hanno ricordato che ci vuole la ricetta medica. io credo comunque fossero impietositi. Due italiane, di cui una uscita in calza maglia e l'altra che saltellava dal dolore, senza la minima idea di cosa fare nè dove andare. Secondo me potevano fare un'eccezione, ecco. Comunque ci hanno mandate da questo dottor Ricard/Gerard che ha scaraventato sul lettino Simo mentre io osservavo in silenzio, messaggiando e mangiandomi le unghie. Ho fatto la figura dell'amica menefreghista, lo so. Ma cosa dovevo fare? Potevo effettivamente fare almeno il gesto di alzarmi e con aria drammatica tenerle la mano inducendomi occhi lucidi con le ciglia. Ma non mi sembrava il caso. Per cui abbiamo ottenuto la ricetta, ci siamo fatte un amico medico ultra sessantenne il cui studio è giusto dietro a casa nostra e siamo molto più tranquille ora. Anzi, visto che visita e prescrizione costano solo 25 euro la prossima volta ci andrò io da Ricard/Gerard, così, giusto per stare tranquilla.
Adesso la seconda domenica aixose sta già raffreddandosi di sera. Chiaro segno che non è vero che l'estate finisce domani, perchè se alle 4 del pomeriggio il sole tramonta già vuol dire che siamo quasi in inverno. E io dovrò affrontarlo con tante calze e tanta musica nelle orecchie camminando, visto che la mia Luna è volata nel cielo. Non è giusto.

sabato 8 novembre 2008

Mano sul cuore

Un momento di silenzio.
é successo l'irreparabile.
Luna, la mia amata bicicletta blu, è stata rubata. Probabilmente la sparizione risale alla nottata di ieri o alla giornata di oggi. Non ci sono segni di violenza sul paletto a cui era legata, non sono rimasti brandelli di catena nè tanto meno tracce o segni distintivi del malvivente che ha effettuato il furto.
Luna era una bicicletta piuttosto vecchia. Si caratterizzava per essere a righe blu e azzurre; era un ciclo di quelli che oggi non ne fanno più di così belli. Aveva un cestino nero davanti e un campanello blu. Purtroppo un paio di giorni fa si erano rotti i freni, ma qualche acciacco in età avanzata è più che comprensibile e perdonabile. Probabilmente era provata dalla pioggia che, gelida, si è abbattuta su Aix nei giorni scorsi.
Piangiamo la scomparsa di una biciciletta davvero speciale, che ha sopportato un viaggio lungo pur di non abbandonarmi qui.
Luna, ti ricorderò per sempre

biblioteche e archivi

Forse non ho capito bene io. Cosa che in un certo senso spero. Perchè già lezione il sabato mattina è più un trauma che altro, poi seguire 3 ore di corso sul fatto che "le ricerche si fanno in biblioteca", oddio, non mi sembra proprio serio. Voglio dire, mi sentivo in mezzo a degli automi. Questo professore che ha deciso bene di essere la chiave di volta dell'intera lezione, quindi di mettere se stesso al centro di ogni esempio, di ogni discorso, di ogni argomento. Un po' eccessivo. Lui che vomitava nomi di riviste e tutti a segnarsele, come se, mi sembra ovvio, poi corressero a cercare riviste specialistiche di storia spagnola. In vendita in Spagna, chiaramente. Io guardavo, e mi domandavo: bisogna veramente essere laureati in triennale per sapere dove si recupera il materiale per una ricerca? Bisogna che un uomo in panciotto blu venga a specificare a ventenni figli della tecnologia, pronipoti di Bill Gates che "non sempre le risorse internet sono affidabili". E tutti a scrivere. Oro colato. Spero a questo punto di non avere capito niente io.
UniProvence a parte, oggi finalmente è tornato il sole a Aix! Il cielo è azzurro, pallido, ma azzurro. All'ombra fa freddo, alla luce ci si spoglierebbe volentieri.
Ormai anche il romanticismo di questo posto fuori dal tempo si sta affievolendo. Diciamo che l'intolleranza sale. L'erasmus viene troppo mitizzato, o forse siamo noi che siamo fuori età, comunque è vita. O meglio, sono arrivata a conclusione che vita si, ma non la mia. Non potrei mai vivere con gente così lenta. Sono lenti. Tutti. Hanno la calma del surfista, la velocità del bradipo, lo spirito di un sordo muto. Entri in un negozio e stai pur tranquillo che ci sarà fila alla cassa e che la commessa sarà totalmente incurante di questo. Monetin per monetina ti darà il resto, poi si soffierà il naso, poi guarderà attonita la cassa ( questa sconosciuta) in attesa che sputi lo scontrino. Che tanto il più delle volte non ti darà nemmeno.
L'unico luogo puntuale qui è l'università. Una banda di 13000 scappati di casa che ciondolano minacciando scioperi e incutendo terrore solo all'idea. Pavimenti marci. Bagni in condizioni più che pietose. Ma: il quarto d'ora accademico non sanno neanche cosa sia. Il professore entra in classe più puntuale di un eclissi e inizia a parlare a macchinetta dal momento in cui il suo primo piede ha calpestato il pavimento dell'aula. Chiaramente le classi sono delle trappole per topi, piccole e puzzolenti, dove per sedersi spesso bisogna fare il gioco della sedia, che quando si spegne la musica se non trovi una sedia sei fottuto. Immaginatevi quindi il trauma di entrare in aula alle 14.03: porta che cigola, professore che non smette di parlare ma ti guarda, 32 indigeni che ti fissano per qualche secondo con l'aria sfottente di chi è già lì seduto e tu che come un pirla ti destreggi tra l'imbarazzo del ritardo e il dubbio del sedersi per terra-sulla cattedra- in braccio a qualcuno o recuperare qualche seggiola marciscente in altre aule. Una caccia al tesoro.
Questo è. Almeno entrano sole e musica. Rue Venel è pulita, noi anche.

venerdì 7 novembre 2008

ragazza blu torna a parlare di se

Dopo che abbiamo cambiato mese. Essere passata da uno Stato all'altro. Mentre guarda verso un'altra città che incombe. Mentre beve un bicchiere di vino rosso in un bicchiere di vetro delicato. Mentre nuvole e pioggia raffreddano la mia Francia. Mentre mezza sigaretta si secca in un posacenere nero.
Ho fotografato e respirato. Ho ballato. Ho sorriso.
La casa di Rue Venel è più calda di un camino e ci si impigrisce sempre di più. I muri si sono riempiti, i pavimenti sporcati, le lenzuola lavate. Il bagno, dopo due settimane di agonia, ha ripreso oggi le sue complete funzionalità. L'acqua ha di nuovo una temperatura apprezzabile. Il fatto è che il plombier fuggiva. O meglio, arrivava, stava qualche dozzina di minuti a imprecare smontando pezzi di soffitto e sporcando ovunque, poi usciva. "Torno subito" diceva. Oppure "torno alle 3". oppure "ci vediamo domani mattina". E scompariva nel nulla. Per ore, giorni. Senza avvertire. In compenso sappiamo tutto della sua famiglia, di sua figlia, dell'università di Lione. Oggi abbiamo visto anche il suo cane. Si perchè è normale, no, che un idarulico che già arriva con 1 ora e 40 di ritardo si presenti accompagnato da un piccolo essere nero abbaiante?! Questo è stato. Ma nonostante le diverse tonalità di intonaco che ora impiastricciano il sopra della nostra doccia, abbiamo una doccia!
Aix si sta riempiendo di luci di Natale, ma nonostante questo, la gente gira ancora in maniche corte. Qui l'estate finirà martedì prossimo, c'è ancora tempo per le caldarroste.